In questo articolo illustreremo il metodo utilizzato da noi della 2D to 6D per la creazione di un database che unisce i dati provenienti dal modello e dal cantiere sfruttando la tecnologia del QR Code.
“QR Code” è l’acronimo di “Quick Response Code”. Si tratta di un codice a barre che, inquadrato con la fotocamera di uno smartphone o da un lettore apposito, restituisce all’utente dati e informazioni, oppure – come nel nostro caso – restituisce un url.
Non faremo una lecture su questo strumento che è diventato ormai onnipresente nelle nostre vite; vogliamo, invece, spiegarvi come con la 2D to 6D lo abbiamo utilizzato per creare un sistema di archiviazione di oggetti di archeologia industriale, che sfrutta dati provenienti dal modello BIM e dati provenienti da altri strumenti, organizzandoli in un unico database in cloud.
Il sistema di database in cloud
Il sistema unisce la capacità del modello di localizzare degli oggetti nello spazio ed attribuisce loro delle informazioni e la capacità di Google Sheets di poter strutturare i dati in modo semplice ed accessibile in cloud. Inoltre, interagisce bene con tutte le applicazioni della grande famiglia Google, come Google Form , Google Drive e Google App Script.
L’unione dei dati provenienti da fonti diverse, infatti, avviene proprio all’interno di Google Sheets. In questo modo, il database sarà sempre aggiornato. E poteva mancare la possibilità di visualizzare il modello in cloud? Ovviamente no: il sistema si appoggia anche a BIM360, all’interno del quale è possibile navigare nel modello consultando le informazioni contenute e ricollegarsi alle “Schede oggetto” che contengono i dati relativi a ciascun oggetto del database.
L’applicazione
Passiamo ora al piano più applicativo. Nonostante il sistema di archiviazione salti da uno strumento all’altro (Revit, Google Form, Google Drive, Google Sheet, e BIM360), risulta molto semplice dal lato dell’utente.
Scansionando il QR Code si apre un link che permette di scaricare un .pdf generato in tempo reale con i dati relativi all’oggetto a cui è associato il codice QR. Questo significa che il .pdf può contenere dati provenienti da fonti diverse ed inseriti in momenti diversi (modello o Google Form), ma risulta sempre aggiornato perché viene “pubblicato” nel momento in cui avviene la scansione. Ciò permette la collaborazione tra utenti che sfruttano strumenti molto diversi tra loro per implementare il database.
La gestione di data entry
I dati intrinseci all’oggetto, come la localizzazione originale (categorizzata per edificio, livello e zona), più alcuni dati descrittivi come la categoria, la tipologia e la descrizione dell’oggetto, vengono inseriti nel modello Revit.
I dati estrinseci all’oggetto, ovvero le specifiche relative all’archiviazione (la stanza in cui è situato, la rastrelliera e il ripiano e il numero di colli di imballaggio) vengono inseriti tramite un Google Form, l’applicazione dedicata alla creazione di questionari. Attraverso un modulo creato ad hoc si compilano tutte le informazioni relative all’archiviazione dell’oggetto in questione. Il vantaggio di questo strumento è che non richiede nessun tipo di installazione e può essere utilizzato da qualsiasi tipo di dispositivo mobile.