L’appuntamento di oggi della nostra rubrica vede protagonista Gianluca Ronga in rappresentanza della società Ronga s.r.l., attiva nel settore del restauro da moltissimo tempo e che da alcuni anni si sta impegnando per implementare le novità introdotte dall’innovazione digitale anche nel suo ambiente di lavoro. Di questo e altro abbiamo parlato nell’intervista di seguito.
Una storia che è iniziata circa ottanta anni fa, che durante il corso di questo lungo periodo ha accolto i cambiamenti con spirito propositivo, ma che non ha mai visto venir meno la passione per l’arte e l’attenzione per la sua conservazione e valorizzazione, principi chiave dell’azienda e delle persone che vi lavorano. È la storia della Salvatore Ronga s.r.l., impresa salernitana che opera nel settore del restauro dagli anni ‘40 del Novecento.
Ce l’ha raccontata l’architetto Gianluca Ronga, responsabile tecnico della società, che ha ripercorso con noi alcuni dei momenti e dei progetti più importanti dell’azienda, per poi concentrarsi su riflessioni e obiettivi legati alla trasformazione digitale e in particolare al BIM.

Partita dalla sua terra, Salerno e la Campania, la Salvatore Ronga s.r.l. ha fatto il salto di qualità arrivando ad essere operativa a livelli importanti sull’intero territorio nazionale. Ci racconta come è avvenuto ciò?
Come molte aziende del nostro settore, fino a circa 10 anni fa abbiamo sempre operato sul territorio locale, restaurando monumenti dall’alto valore storico e artistico. Parliamo di grandi lavori come la Certosa di San Lorenzo in Padula con la sua incantevole scala ellittica, gli scavi archeologici nella magnifica quanto incantevole Paestum, il Duomo di Salerno ed il meraviglioso Duomo di Amalfi… Anziché parlare di salto di qualità, preferiamo parlare di esportazione delle nostre conoscenze ed esperienze al di fuori della nostra regione, il che ha permesso di accrescere le capacità dell’azienda per poi intervenire su alcuni dei più importanti monumenti italiani. Nel 2011 il primo grande lavoro lontano dalla Campania è stato operato sull’Ex Ospedale del Santo Spirito in Lecce: la struttura ha avuto la preliminare funzione di Ospedale, poi è divenuta sede della Manifattura Tabacchi per poi essere resa l’attuale sede della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce. L’intervento che ha interessato il recupero dell’intero stabile, il restauro della magnifica Cappella Barocca e l’interessantissimo scavo archeologico della stessa sono stati documentati anche dalle principali testate giornalistiche italiane.
Ci ha raccontato di tanti progetti curati, ma ce ne è uno al quale – per approccio professionale o per risultato finale – vi lega un particolare senso di soddisfazione?
Sicuramente il restauro della Cappella della Sacra Sindone è il cantiere tra quelli a cui siamo più legati. Ogni cantiere ha una storia a sé particolare, ma il primo lavoro nella magnifica città di Torino è stato tanto complesso quanto speciale. La storia che caratterizza la Cappella del Guarini è unica nel suo genere e il nostro compito è stato quello di ultimare i lavori di restauro durati più di 20 anni, dopo che l’incendio avvenuto tra la notte dell’11 e il 12 Aprile del 1997 ne compromise altamente la struttura. Partecipare al “cantiere della conoscenza”, così definito poiché tutti gli interventi sono stati studiati con il procedere dei lavori, ci ha permesso di migliorare le nostre capacità e di confrontarci costantemente con nuove tecnologie e tecniche innovative, che sono state affiancate a quelle tradizionali. È stata una vera e propria sfida, in quanto oltre al complesso lavoro di restauro dei marmi, dei capitelli bronzei, della balaustra marmorea andata distrutta in frammenti per mezzo dell’incendio, ci si è trovati a smontare il castello di puntellamento realizzato per sostenere la struttura dal suo interno per evitarne il collasso. Il magnifico intervento si è concluso con la realizzazione del Grande Finestrone in legno dorato che divide il Duomo di Torino dalla Cappella.