Andrea Torre, AEC Manager di Negroni Key Engineering, vanta un’esperienza di quantità e qualità nel mondo della trasformazione digitale che comprende anche il Building Information Modeling. Lo abbiamo intervistato per chiedergli di più sul lavoro di NKE in particolare in relazione al BIM e non solo.
25 anni di attività, oltre 10.000 clienti, Autodesk Platinum Partner: stiamo parlando di Negroni Key Engineering. Formazione, assistenza e project management sono i macro-settori in cui NKE opera, offrendo servizi specifici – legati al mondo BIM e non solo – che rispettano le specificità dei clienti. L’azienda ha partecipato e sta partecipando alla diffusione del workflow BIM in Italia, incrociando sul suo percorso anche la 2D to 6D.
Per la nostra rubrica “La 2D to 6D incontra…” abbiamo intervistato Andrea Torre, AEC Manager di NKE. Con lui abbiamo fatto un focus sul lavoro della Negroni in particolare in relazione al BIM, avvalendoci pure della sua esperienza professionale individuale. Dal titolo di Autodesk Platinum Partner all’implementazione del workflow BIM; dall’evoluzione di questo processo ad un quadro futuro della situazione in Italia; dall’importanza della formazione a consigli per chi vuole approcciarsi al BIM: ecco cosa ci ha detto.

NKE è uno dei pochi Autodesk Platinum Partner del Sud Europa: cosa significa, nello specifico, avere questo riconoscimento per la Negroni Key Engineering?
Essere uno degli Autodesk Platinum Partner del Sud Europa è il frutto della costanza e dell’impegno con cui abbiamo lavorato nel corso degli anni per fornire ai nostri clienti un’esperienza a 360 gradi nel mondo della progettazione assistita dal computer, con i tanti servizi che offriamo: CAD/BIM CAM Simulation, stampa 3D, hardware focalizzato, training e formazione al massimo livello qualitativo. Avere questo titolo significa garantire assistenza tecnica specializzata per ogni settore, con un call center dedicato. Significa avere tutti i tecnici qualificati per tutti i software Autodesk. E significa anche godere di una rete commerciale capillare, in grado di assistere ogni cliente: dal singolo professionista al grande studio di progettazione, fino al General Contractor.
Operate da oltre 25 anni: avete vissuto e siete stati protagonisti del processo di digitalizzazione che ha investito anche il settore delle costruzioni, in particolare con la diffusione del workflow BIM. Come la Negroni Key Engineering ha seguito il flusso BIM nelle prime fasi? E come, invece, ha aiutato le altre realtà nell’implementazione di questo processo?
Personalmente, è da 20 anni precisi che parlo di BIM ed esattamente da quando Autodesk decise di acquisire la Revit Technology. Per quanto riguarda l’impegno di e con NKE, poi, la Negroni ha sempre investito in risorse umane e soprattutto in tecnici altamente specializzati per poter stare al passo del processo digitale introdotto dal BIM. All’inizio non è stato facile superare le barriere mentali ed economiche di un investimento così importante, ma poi il lavoro ci ha ripagato e i clienti ci hanno seguito. Inoltre, abbiamo come riferimento precisi protocolli di training dettati da Autodesk, così da risultare sempre certificati per tutti i prodotti Autodesk stessi e seguire le scie tracciate dall’innovazione.