Qualche settimana fa è stata pubblicata la prima indagine condotta da ANTEL e ASSOBIM riguardo lo stato della diffusione del BIM nella Pubblica Amministrazione. Risultati e riflessioni.
Fa parte degli obiettivi dell’accordo sottoscritto da ASSOBIM con ANTEL (Associazione Nazionale Tecnici Enti Locali) quello di sviluppare le competenze relative al Building Information Modeling nella Pubblica Amministrazione. Lo ha ricordato anche Adriano Castagnone, presidente di ASSOBIM, in apertura alla presentazione dei risultati dell’indagine condotta proprio sulla diffusione del BIM nella PA. “Siamo convinti che il fronte della PA sia quello sul quale in questo momento si sta giocando la partita più importante per una definitiva modernizzazione del settore in chiave di digitalizzazione dei processi”, ha dichiarato.
Il questionario è stato sottoposto ad un campione, per lo più impiegato in ambito comunale, dall’età piuttosto elevata che copre per la maggior parte il ruolo di geometra (36%); a seguire architetti (34,9%) e ingegneri (21,7%). Già uno specchio significativo da cui partire.
Ma ancora più interessante è notare che alla domanda “Conosci il BIM?” il 38,1% ha risposto “Poco”, sebbene la maggioranza abbia scelto un più deciso “Sì” (46,6%). Presente anche chi ha sinceramente scelto il “No” (16,4%) e chi ha dichiarato addirittura di non averne mai sentito parlare, anche se si tratta di una percentuale bassissima (0,5%).
Eppure, con le successive risposte emerge che solo un terzo del campione ha partecipato a corsi e/o eventi a scopo formativo sul Building Information Modeling. In più, quasi tutti hanno dichiarato di non essere in possesso di certificazioni ad hoc.
“Un altro blocco di domande”, si legge sull’articolo-report, “ha riguardato un aspetto di grande rilievo, vale a dire la facilità di integrazione della metodologia BIM nel quadro delle attività svolte dagli Enti pubblici. Il campione in questo caso è diviso praticamente a metà nelle risposte (48,1% per il sì, 51,9% per i no): interessanti le criticità segnalate, fra cui carenza di dotazioni tecnologiche, scarsa propensione all’innovazione, insufficienti risorse economiche e, ancora una volta, carenze formative, a fronte di una percezione altrettanto chiara dei potenziali vantaggi offerti dal BIM”.
A proposito di ciò, alla domanda sull’intenzione futura o attuale dell’Ente di appartenenza nell’investire per il processo di sviluppo del BIM, quasi la totalità del campione ha oscillato tra le opzioni “Poco” e “Nulla” (rispettivamente 51,3% e 46,6%); solo il 4,8% ha scelto “Molto”.
L’ultima parte ha lasciato spazio a idee e suggerimenti per implementare il BIM nella Pubblica Amministrazione. La risposta più gettonata? Formazione. Una formazione che, però, ha bisogno di essere specifica, ben mirata, adatta alle esigenze che anche l’indagine in questione ha fatto prepotentemente emergere.